In questo secondo appuntamento con la rubrica Pangea in occasione del Pride Month 2023, Large Movements consiglia il libro “Life as a Unicorn: A Journey from Shame to Pride and Everything in Between” di Amrou Al-Kadhi, per la miscela di emozioni, divertimento, coinvolgimento ed onestà che spesso caratterizza le autobiografie ben riuscite.
Prima di tutto, un piccolo avvertimento: il libro non è attualmente disponibile in italiano, ma è facilmente reperibile in lingua originale (inglese). Inoltre, Amrou è una persona non binaria per cui in questo articolo useremo il pronome “loro” come dichiarato dall’autore in un’intervista.
Il libro racconta con toni frizzanti ed ironici la vita pur costellata di difficoltà di Amrou e la loro ricerca di appartenenza, seguendo il processo doloroso e sorprendente di trasformazione da persona musulmana timorata di Dio a drag queen che calca il palcoscenico con tacchi vertiginosi e dice ciò che altri non oserebbero dire.
Partendo dalla loro infanzia di musulmano iracheno, cresciuto in una famiglia tradizionalmente patriarcale in cui l’osservanza e la reputazione sono aspetti fondamentali della vita, Amrou racconta la loro commovente storia di identità personale. Analizza i modi in cui i costrutti sociali definiscono e limitano chi ci si sente in grado di essere, il ruolo particolarmente potente che i genitori giocano nel definire chi siamo come persone, e come anche altri membri della stessa comunità queer possono essere dannosi. Amrou, infatti, mostra una comunità queer al tempo stesso solidale e critica, escludente e aperta, potenziante e paralizzante. Tra paradossali forme di omofobia, il razzismo, il body shaming e la fragile mascolinità, Amrou rifiuta e confuta idealizzazioni di qualsiasi comunità.
Nella lettura siamo accompagnati attraverso il conflitto di Amrou con la fede islamica, la struttura familiare e il peso delle aspettative, e nel loro percorso di guarigione dalla relativa crisi personale, cercando di conciliare aspetti solo apparentemente inconciliabili così da vivere in modo aperto, autentico e convinto.
Grazie allo stile leggibile e ironico, Amrou riesce a bilanciare leggerezza e divertimento con l’esplorazione di temi seri e oscuri, come l’autolesionismo, la salute mentale, il disprezzo di sé e molto altro. Analizza la dolorosa e cieca intersezione tra razzismo, omofobia e transfobia, ricordando a tutti con la loro appassionata onestà l’importanza di comprendere ed ascoltare, così da essere migliori fonti di accoglienza e gentilezza.
Creando un’atmosfera intima che ci fa sentire più in una conversazione profonda con una persona seduta davanti a noi, che immersi in una lettura, Unicorn ci aiuta ad essere più umani.
Questo libro ha, quindi, un significato particolare per le persone LGBTQ+, ma in definitiva è una storia più universale sull’essere sé stessi contro le difficoltà e le pressioni, siano esse religiose, culturali, sociali o familiari.
Amrou riesce a raggiungere il pubblico più variegato con il loro stile, libero come sono diventati loro con il percorso di crescita, e con l’intelligenza trasmessa dalla capacità di analisi ma anche dalla sagace ironia. È un libro onesto e senza veli, più si procede con la lettura e più si percepisce la voglia di Amrou non solo di raccontare la loro storia, ma di portare all’attenzione questioni e difficoltà più generali, aprendo gli occhi anche su certi aspetti del conflitto interculturale e generazionale.
È un libro stimolante e crediamo che possa insegnare qualcosa a tutti, anche a chi si trova in una situazione completamente diversa. Un libro più che degno di essere letto per celebrare il Pride Month, rappresentativo della battaglia per l’affermazione della propria individualità, come per i diritti di un’intera collettività.
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